La raccolta Mucchi

L’acquisto da parte dello Stato nel 1993, dopo una lunga trattativa avviata quattro anni prima, dell’importante raccolta di oltre 3000 matrici della casa editrice modenese Mucchi, subentrata alla più antica tipografia Soliani nella seconda metà del XIX secolo, ha permesso di integrare e completare la ricca collezione già di proprietà della Galleria Estense, ponendosi in continuità con la precedente raccolta Soliani e ampliando l’arco cronologico del fondo fino ai primi decenni del Novecento.

La raccolta si è arricchita, in tal modo, di una cospicua sezione di clichés in metallo, di matrici per incisioni fotomeccaniche e di alcuni strumenti per la stampa: due preziosi torchi risalenti al XVIII e al tardo XIX secolo, un piano per la preparazione dell’inchiostro, due presse sei-settecentesche per legare i libri e rifilarne le pagine.

Rispetto alla collezione Soliani-Barelli, le matrici lignee Mucchi si connotano per un carattere più quotidiano e popolare. Al di là di alcune rare emergenze artistiche, numerosi sono i fregi e le iniziali impiegati in una vastissima produzione non solo di libri, ma di opuscoli e fogli volanti databili cronologicamente tra Seicento e Settecento, le figure di astri, segni zodiacali, lavori stagionali servite per illustrare lunari e calendari oppure le serie con i ritratti di re, imperatori e pontefici destinate a qualche pubblicazione sulle Vite di uomini illustri o cataloghi specifici. Altrettanto interessante è il patrimonio di matrici metalliche, tuttora inedito, impiegato per finalità pubblicitarie, nel settore della manualistica per scopi didattici o nel campo della più ampia illustrazione documentaria o turistica.

Il lavoro di schedatura, condotto nell’ambito del progetto, ha permesso di giungere alla consistenza esatta del patrimonio appartenente alla produzione tipografica Mucchi formato da 3391 matrici, di cui 1738 in legno.