Cataloghi

I cataloghi a stampa costituiscono oggi una preziosissima fonte di informazioni, veri e propri atlanti iconografici a cui le case tipografiche facevano ricorso in passato per varie ragioni di tipo strumentale (vendita, documentazione, etc.). A volte recano stampe che sono le uniche testimonianze documentarie di matrici andate distrutte o non più rintracciabili, mentre in altri casi consentono di ricostruire intere serie andate disperse oppure di ripercorrere le vicende conservative di singole matrici che hanno subito nel corso del tempo frequenti rimaneggiamenti.

Anche per la collezione modenese possiamo contare su alcune edizioni di cataloghi appartenenti sia alla raccolta Soliani-Barelli sia a quella Mucchi, realizzati in momenti storici differenti. 

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Della casa tipografica Soliani  si conoscono tre cataloghi. Il primo, Incisioni in legno esistenti nella Reale Tipografia degli Eredi Soliani, risalente al 1828, si conserva presso la raccolta dei disegni e delle stampe della Biblioteca Civica Poletti, pervenuto attraverso il lascito Campori del 1844.

Il secondo, risalente al 1864, venne stampato probabilmente poco prima della vendita a cui andò incontro la collezione Soliani. Intitolato Catalogo generale delle incisioni in legno per uso di tipografie di varie epoche di antica spettanza degli eredi di Bartolomeo Soliani, si conserva in triplice copia presso la Biblioteca Estense Universitaria, i Musei Civici di Modena e la Galleria Estense. Ciascuna copia si caratterizza per alcuni elementi distintivi nella rilegatura, nella tipologia di montaggio delle stampe sui supporti, nell’ordinamento e nella disposizione delle stampe all’interno dei volumi.

La terza e ultima edizione, Xilografie del tipografo modenese Bartolomeo Soliani ed eredi dal 1646 al 1752, realizzata dal tipografo Ferraguti, venne commissionata dal direttore della Galleria Estense, Giulio Bariola, dietro indicazione del Ministero dell’Istruzione Pubblica e in particolare di Corrado Ricci, all’epoca direttore generale delle Antichità e Belle Arti,  tra il 1906 e il 1914. L’onerosa impresa che avrebbe dovuto portare alla realizzazione di dieci copie, ci consente di avere oggi il quadro complessivo dello stato della raccolta al suo rientro a Modena, dopo l’acquisto effettuato da Adolfo Venturi nel 1887.

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Il primo catalogo Mucchi (fine XIX sec.)

Anche la casa editrice Mucchi poteva contare su alcuni cataloghi. Gli unici due che si sono preservati, custoditi anch’essi presso la Galleria Estense, non recano alcuna datazione precisa. Indicativamente possono essere compresi in un arco cronologico che oscilla tra la fine dell’Ottocento e i primi decenni del secolo successivo. Si trovano in condizioni conservative non particolarmente felici. Infatti non sembrano essere completi e sono privi di una rilegatura. In ogni caso rappresentano una fonte preziosissima per conoscere, seppur in parte,  la situazione della raccolta prima del suo acquisto da parte dello Stato alla metà degli anni Novanta.