La situazione di generale degrado in cui versava la collezione delle matrici della Galleria Estense, abbandonata da oltre un ventennio e oggetto di continui rimaneggiamenti a causa degli spostamenti a cui era stata sottoposta, richiedeva una cura urgente.
Il progetto avviato nel 2013 con la Fondazione Memofonte ha consentito di intraprendere un percorso di recupero finalizzato non solo alla migliore conservazione, ma anche allo studio e alla riscoperta di questo ricco patrimonio, che costituisce un unicum nel panorama italiano e internazionale.
L’intervento di recupero delle xilografie
Il progetto ha consentito di intraprendere un percorso di recupero finalizzato non solo alla migliore conservazione, ma anche allo studio e alla riscoperta di questo ricco patrimonio
Criticità e problemi
Il riordino e la sistemazione
La scelta metodologica adottata
Il restauro degli anni Ottanta e Novanta del Novecento
Le operazioni di intervento
La ricollocazione
Criticità e problemi
All’avvio del progetto, i materiali si trovavano accatastati in contenitori di fortuna all’interno di vecchie cassettiere in legno e armadi metallici, per lo più senza alcun criterio che tenesse conto delle loro caratteristiche materiali (tipologia tecnica, dimensioni) o della loro appartenenza a serie o a nuclei tematici
Dopo un accurato esame che ha permesso di acquisire una visione generale e approfondita delle condizioni conservative della raccolta, sono emerse in modo chiaro quali fossero le maggiori criticità collegate all’insufficienza di contenitori adeguati a ospitare gli esemplari in modo idoneo, all’assenza di interventi di manutenzione e alla mancanza di un criterio di ordinamento della raccolta.
Situazione conservativa all’interno di cassettiere e contenitori precedente l’intervento di riordino e conservazione
Questa situazione di generale trascuratezza era aggravata dal fatto che una parte piuttosto consistente della raccolta, proveniente in maggioranza dal fondo Soliani, era priva della numerazione del Registro Cronologico di Entrata (RCGE), esponendo gli esemplari al rischio di perdite o a possibili furti. Oltretutto le condizioni conservative non idonee facilitavano gli attacchi di insetti xilofagi, la presenza di depositi incoerenti (soprattutto polveri e rusume) e i danni provocati da urti accidentali
Il riordino e la sistemazione
La prima fase del lavoro ha riguardato il riordino dei materiali attraverso la schedatura, la documentazione fotografica e l’inventariazione di ogni matrice. Un’operazione particolarmente complessa soprattutto per gli esemplari del fondo Soliani-Barelli, privi di un riferimento numerico progressivo. Negli anni Ottanta, le matrici erano state contrassegnate da numerazioni che seguivano un raggruppamento per tipologie, coincidenti con quelle indicate nel Registro d’entrata risalente al 1921 (nell’ordine Cristi, Madonne, Emblemi sacri, Santi, Stemmi, Alfabeti, Ornamentazione del libro, Illustrazione del libro, Immagini varie, Pizzi e ricami). A ogni pezzo era dunque stata assegnata una numerazione progressiva interna alla tipologia di appartenenza, senza che quest’ultima venisse specificata, col risultato che allo stesso numero potevano corrispondere dieci matrici. Considerata la situazione di partenza, si è deciso che, laddove possibile, il numero inventariale coincidente con la numerazione del Registro Cronologico Generale di Entrata (RCGE) venisse assegnato a ogni matrice in base agli intervalli di numero precisati dalle tipologie citate nel Registro d’entrata, partendo dal numero più basso. Questo lavoro è stato portato avanti parallelamente alla schedatura e alla documentazione fotografica (recto e verso) procedendo in ordine di cassetto o di scaffale e ha consentito di recuperare il criterio di classificazione con cui le matrici erano state raggruppate nel 1921 al momento della loro registrazione
Intervento di riordino delle matrici
La scelta metodologica adottata
Il passo successivo è stato quello di provvedere alle operazioni necessarie al loro riordino all’interno di cassettiere dedicate secondo le serie o le tipologie. Data l’entità dei materiali, in questa prima fase non è stato possibile eseguire un vero e proprio restauro, ma per facilitare futuri interventi, si è deciso di optare per una soluzione di messa in sicurezza al fine di preservare le condizioni conservative attuali e di provvedere nel contempo alla redazione di un elenco che raggruppasse le matrici più bisognose di particolari operazioni o di un vero e proprio intervento di restauro. Tale registrazione, mediante schedatura apposita, delle tipologie di degrado o delle problematiche conservative più urgenti, consentirà di gestire meglio la situazione della raccolta e assicurerà una programmazione dei futuri interventi.
Alle comuni problematiche delle opere d’arte a supporto ligneo non adeguatamente conservate (come depositi di polvere incoerenti, attacchi xilofagi, danni da urto, problematiche da ritiro o deformazione del legno), nel caso delle matrici modenesi si aggiungevano antichi interventi di ripristino, tasselli per ricostruire l’immagine diversamente non utilizzabile, modifiche dimensionali per l’adattamento al torchio con applicazione sul retro di tavolette inchiodate, avvitate o con l’incollaggio di vari strati di cartone che a loro volta recavano tracce di numeri o piccoli appunti. Indizi che ci parlano di una storia materiale, ancora da ripercorrere, testimonianze importanti in molti casi risalenti ai primi decenni del Novecento.
Il restauro degli anni Ottanta e Novanta del Novecento
Tra il 1986 e il 1993, un nucleo di 659 matrici venne sottoposto a un intervento di restauro. Considerato allora utile al fine di restituire ai manufatti la funzionalità, ormai cessata da tempo, per la ristampa, oggi non sarebbe più percorribile sia dal punto di vista metodologico, perché contraria a una lettura ormai storicizzata degli esemplari, sia sotto il profilo conservativo per l’invasività di alcuni interventi. Le o effettuate, infatti, comportarono in alcuni casi l’assottigliamento dello spessore delle matrici con la messa in evidenza delle gallerie degli insetti xilofagi, la realizzazione di inserti a cuneo molto larghi, adottati probabilmente allo scopo di ridare planarità alla matrice e bloccare le fessurazioni, che hanno causato una maggiore instabilità, la rimozione di “sedimenti di inchiostro”, utilizzando sverniciatori liquidi sia con cotone sia con paglietta metallica che hanno alterato, schiarendole eccessivamente, la superficie dei legni.
Restauro 1986-1993: esempi di inserimento di cunei e inserti, incollati mediante resina, per far acquisire planarità alla superficie.
Le operazioni di intervento
Alla luce di questa situazione eterogenea, si è optato per un intervento di messa in sicurezza, che ha previsto la rimozione dello sporco superficiale maggiormente adeso alle matrici – presente, ad esempio, negli intagli, nei fori o nelle fessure – facendo uso di gomme di media morbidezza, i cui residui sono stati eliminati con pennello a setole morbide ed
aspirapolvere senza intaccare la materia e gli inchiostri. È seguita poi con bisturi e cotone imbevuti di solventi volativi.
Rimozione dei depositi incoerenti con gomme Whishab e aspirazione dei residui
Rimozione della polvere con pennelli a setole morbide
Esempi di matrici in fase di rimozione di polveri da deposito
Infine, per alcune matrici è stato effettuato un trattamento antitarlo per eliminare attacchi xilofagi in atto, mentre per quelle totalmente o parzialmente spaccate sono state utilizzate delle fettucce in cotone per mantenere collegate tra loro i diversi elementi in attesa dell’intervento di restauro vero e proprio.
Fettuccia di cotone utilizzata nel caso di matrici totalmente o parzialmente danneggiate per mantenere collegate tra di loro i diversi elementi.
Trattamento antitarlo
Rimozione meccanica delle moderne etichette adesive e pulitura dei residui di colla con cotoncino imbevuto di Acetone
La ricollocazione
Per la sistemazione delle matrici, si è scelto di optare sia per nuove cassettiere rivestite in cartone non acido organizzate al loro interno con un sistema a griglie modulari, adattabili a seconda delle dimensioni degli esemplari.
Sistemazione delle matrici all’interno di cassettiere o in scatole mantenendo la suddivisione per serie grazie alle griglie in cartoncino non acido. Per facilitare la movimentazione di alcune matrici di grandi dimensioni, sono state posizionate al di sotto di ogni esemplare fascette in cotone in modo da semplificare l’estrazione e allo stesso tempo le griglie sono state ribassate.